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“Se non abortisci ti uccido”, queste le parole di Samuel Eto’o ad una modella

Nuova grana per l’Inter e per i suoi giocatori, questa volta non si tratta di problemi strettamente legati al calcio, ma di una triste storia di cronaca che vede come protagosta uno dei suoi assi, Samuel Eto’o. A raccontare la vicenda il quotidiano, Il Giornale che ha raccolto le testimonianze di una modella che punta l’indice contro il giocatore camerunense,

“Se non abortisci ti uccido”.

La ragazza ha raccontato che durante l’autunno 2009 è stata invitata da amici ad una cena, lì ha conosciuto il giocatore dell’Inter,

“Mi ha chiesto di uscire con lui quella sera stessa. Ha iniziato a telefonarmi con insistenza. Il quarto incontro si è verificato un mercoledì dopo una partita disputata a San Siro, era molto tardi, ha insistito per non uscire e si è autoinvitato a casa mia. Ad una mia precisa domanda mi ha risposto di non essere sposato, di non avere figli e nessun legame sentimentale. Quella sera abbiamo per la prima volta fatto l’amore. Da allora abbiano iniziato a vederci almeno un paio di volte alla settimana. Samuel non aveva mai voluto usare il profilattico nonostante le mie raccomandazioni”.

A distanza di qualche tempo la modella scopre di essere incinta, allora chiama il giocatore per avvertirlo, lui scocciato ha risposto di non avere tempo per questo cose. Quindi la ragazza ha richiamato,

“Mi ha intimato con parole dure di abortire perché questo figlio non doveva nascere, gli ho spiegato che sono musulmana e la mia religione non ammette l’aborto, oltretutto non volevo uccidere il mio bambino. Samuel ha replicato: guarda che devi fare quello che ti dico perché ho già 4 figli e non posso mantenere un altro bambino. Sono rimasta sbalordita da questa notizia”.

La giovane modella di cui l’identita rimane ancora segreta spiega allora di aver insistito, da qui le minacce di Samuel Eto’o,

“Se non abortisci ti uccido quando torno a Milano, tu ed io siamo africani e sai bene noi in Camerun cosa facciamo alle donne che non vogliono abortire, posso sempre scappare via dall’Italia”.

Per ora non c’è stata alcuna replica da parte dell’attaccante dell’Inter, al contrario l’avvocato della ragazza chiede giustizia perché il fatto di chiamarsi Eto’o non può costituire un salvacondotto.